Consentire la vendita delle calzature dei bambini: la richiesta di Confcommercio

scarpinaConfcommercio Grosseto si esprime sul Dpcm del 10 aprile che apre, oltre che le librerie, cartolerie e cartolibrerie, le attività di vendita al dettaglio di abbigliamento per bambini e neonati.

L’associazione di categoria si è attivata da subito per chiarire con il Ministero che anche le calzature per bambini devono essere considerate tra gli articoli che possono essere venduti. La Confederazione infatti ritiene che l’orientamento del legislatore fosse quello di soddisfare l’esigenza di rinnovare il vestiario dei più piccoli, perchè i capi invernali non sono più adatti e perchè i bimbi crescono in fretta, piedini compresi.

In attesa di avere risposte dal Ministero, Confcommercio Grosseto prosegue: “Riteniamo che la concessione del Governo ad aprire alcuni articoli non corrisponde solo ad un’esigenza oggettiva, come quella dei bambini appunto, ma si tratta di una prima sperimentazione per quella che sarà la cosiddetta fase 2”.

L’associazione invita le attività che apriranno al pubblico ad attenersi scrupolosamente alle norme igienico-sanitarie.

Sempre su quella che sarà la Fase 2, da Confcommercio Grosseto conclude con un commento amaro: “Ci rendiamo conto che non è possibile sapere se, prima dell’estate, potranno riaprire tutte le attività e che questo dipenderà dalla capacità di contenimento dell’epidemia. Ma possiamo stare certi che, se non ci saranno sostegni economico-finanziari adeguati, molte imprese non si porranno neanche il problema, perchè moriranno prima. Il decreto Liquidità non possiamo considerarlo una soluzione, intanto perchè ad oggi non abbiamo nessun elemento per considerarlo già operativo a livello di misure, e poi perchè costringe le aziende a indebitarsi con tempi di rientro assolutamente non idonei”.

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