Emergenza Coronavirus: la posizione di Federmobili

Emergenza Coronavirus: la posizione di Federmobili sulla consegna e il montaggio di mobili a casa dei clienti

Stiamo ricevendo moltissime richieste riguardo l’ultimo Decreto varato dal Governo, in particolar modo riguardo la consegna e il montaggio di mobili a casa dei clienti.

A tal proposito nulla viene dettagliato nello specifico quindi possiamo rispondere secondo l’interpretazione e la posizione che la Federazione, su indicazione del suo Presidente, ha deciso di assumere per il caso di specie.

I decreti finora emanati sono tutti volti al contenimento del contagio e ci chiedono di limitare il più possibile gli spostamenti: cerchiamo di attenerci il più possibile a questa regola.

I negozi di arredamento rientrano nelle categorie merceologiche per le quali l’attività commerciale è sospesa, con senso di responsabilità atteniamoci il più possibile a questa regola senza cercare scappatoie o acrobazie per rientrare in attività non interessate dal provvedimento.” Queste le parole del Presidente Mamoli.

Consegne e fruizione degli spazi espositivi per lo svolgimento del lavoro non legato alla vendita.

Le nostre considerazioni: Le consegne di merce sono consentite: gli addetti possono fare le consegne dotandosi di strumenti idonei ad evitare il contagio (come minimo, mascherina e guanti in lattice).

Per consegne si intendono, per quanto previsto dai decreti emanati, tutte quelle domiciliari che non implicano l’ingresso nell’abitazione: la spesa alimentare può essere lasciata fuori dalla porta, così come i pasti a domicilio non necessitano di contatti con il cliente, altrettanto vale per la consegna di pacchi o piccoli mobili o complementi di arredo, ecc. In questo tipo di consegne possono rientrare le consegne presso i magazzini, ferme restando, lo ripetiamo, le disposizioni sull’utilizzo di strumenti idonei a evitare il propagarsi del contagio.

L’ultimo decreto, in vigore da oggi, oltre a ribadire quanto già prescritto nei precedenti decreti dell’8 e del 9 Marzo, al punto 7 dell’art. 1 recita:

“In ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che:

  1. Sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza”
    La nostra interpretazione: non si esclude e non si vieta la possibilità di svolgere il lavoro amministrativo, o di organizzazione interna, nei locali chiusi alla vendita ma è preferibile, come richiesto nei vari decreti limitare il più possibile gli spostamenti e gli assembramenti tra persone.
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  3. “siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione”
    La nostra interpretazione: sospendere le attività che possono essere sostituite dal lavoro da casa o non comportano una interruzione del processo produttivo. I negozi di arredamento non hanno reparti indispensabili alla produzione.
  4. “assumano protocolli di anti contagio e laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale”
    La nostra interpretazione: il montaggio deve essere effettuato solo nel caso sia assolutamente indifferibile, cioè di prima necessità del cliente (ad esempio, montaggio di una cucina, di un bagno o di altri elementi di arredo, in una nuova abitazione altrimenti non abitabile; sostituzione per guasti o rotture; interventi di ripristino del bene per renderlo funzionante; ecc.). Dovranno essere inoltre rispettate queste condizioni: il personale dovrà operare con dispositivi di protezione individuale ed effettuare la sanificazione al termine dei lavori; il cliente che assiste al montaggio dovrà essere tenuto alla distanza di sicurezza di almeno un metro.

Fuori dai casi di indifferibilità come sopra definiti, si concorderà con il cliente una data di montaggio successiva alla cessazione di validità del decreto (25 marzo).

“Il decreto non parla esplicitamente di divieti di recarsi presso i propri locali adibiti ad esposizione per svolgere le attività diverse dalla vendita. Per molti imprenditori del settore il negozio è la seconda casa, a volte anche la prima.” Ha dichiarato il presidente Mamoli “Federmobili non può imporre regole comportamentali e divieti, ma si appella al senso di responsabilità di chi opera nella distribuzione indipendente tradizionale di arredamento. Il danno economico di questa emergenza sarà durissimo ed il governo e la politica devono varare al più presto misure di sostegno economico, senza ulteriori attese e tentennamenti, per fare in modo che le imprese che oggi sospendano la loro attività siano in grado di riprenderla una volta finita l’emergenza. Chiedo ai nostri associati e a tutti gli operatori che rappresentiamo di limitare il più possibile azioni e operazioni che possano aumentare il contagio. Abbiamo bisogno che la diffusione del Covid19 cessi il prima possibile perché il nostro lavoro possa riprendere vendite, consegne e montaggi senza incertezze o divieti. Se le restrizioni non vengono dall’alto dimostriamo tutti di avere compreso la gravità della situazione e vietiamoci comportamenti che possano compromettere la salute di tutti.

Dove la politica è lenta servono dei patti di solidarietà tra libere imprese, per questo stiamo cercando con FederlegnoArredo una soluzione comune per far fronte al problema delle consegne presso i punti vendita, dei pagamenti e dei mancati incassi che le imprese della distribuzione inevitabilmente subiranno.

Un’ultima cosa – conclude il presidente Mamoli – ci risulta che alcuni operatori della grande distribuzione organizzata pur fermando le strutture di vendita non hanno bloccato consegne e montaggi, organizzando anche più consegne giornaliere con lo stesso personale e lo stesso mezzo. Più volte abbiamo cercato di far capire ai consumatori che il nostro modo di operare, di offerta di servizi e di presentazione di prodotti è diverso dal loro. Bene ora abbiamo anche un’occasione per dimostrarlo: NOI FERMIAMOCI!”

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