Garanzie adeguate per prestiti e burocrazia zero, indennizzi e contributi a fondo perduto, moratorie fiscali: le richieste di Confcommercio
L’associazione critica duramente l’ordinanza della Regione Toscana: “Altre regole e oneri, invece che sostenere la ripartenza”
“Alle imprese serve liquidità vera, altrimenti tantissime imprese chiuderanno per sempre”. Confcommercio torna a lanciare uno straziante grido d’allarme a nome degli imprenditori del territorio grossetano.
“In queste lunghe settimane – dicono dall’associazione di categoria – siamo ancor più vicino alle imprese del territorio, cercando di dare delle risposte alle loro necessità, e per dare voce al loro pensiero. Serve liquidità prima di tutto, ma sono fondamentali anche misure di compensazione dei danni subiti in termini di crollo dei fatturati. Dunque, accanto ai prestiti, contributi a fondo perduto commisurati all’oggettivo impatto dell’emergenza sanitaria che si è tramutata in emergenza economica e sociale. Non solo, le imprese hanno bisogno di moratorie fiscali per evitare le pesanti scadenze nel mese di giugno. E poi l’azzeramento della burocrazia.
Questi gli interventi di base, che si devono affiancare a stanziamenti adeguati, sia per la cassa integrazione che per una robusta indennità per i lavoratori autonomi ed i professionisti. Quanto alle locazioni commerciali, è necessario il riconoscimento dello status giuridico di causa forza maggiore che consentirebbe a chi è in affitto di chiedere un indennizzo per il canone che non riesce a pagare. Inoltre il credito d’imposta va esteso anche ai contratti d’affitto d’azienda”.
Secondo Confcommercio, certo in tutta sicurezza, ma si deve ripartire il prima possibile, che significa accelerare il passo sulla preparazione sanitaria, tecnologica e organizzativa per quella che sarà la cosidetta “Fase 2”.
In questo contesto, arriva una dura critica alla Regione Toscana.
“Le ordinanze del Governatore Rossi non aiutano, anzi aggravano la situazione degli imprenditori con altre regole e oneri – affermano con amarezza da Confcommercio Grosseto – In particolare l’ordinanza numero 38 di ieri, 18 aprile. Non ha senso l’aumento, rispetto alle disposizioni nazionali, della distanza interpersonale di 1, 80 metri fra lavoratori e fra clienti all’interno delle attività, anche addirittura nei mercati all’aperto, così come la responsabilità per i datori di lavoro di verificare che i propri dipendenti non presentino sintomi collegabili al virus e la gestione di maggiori operazioni di sanificazione a carico di ogni impresa. E poi l’indicazione, ‘ove possibile’ della sistemazione dei pannelli di separazione tra lavoratori e clienti alle casse e sui banchi, che può avere un senso al supermercato o in banca, ma che non è praticabile nei negozi di vicinato. Questa ordinanza, come quella di Pasquetta, porta con sé carichi in più che vanno ad incidere pesantemente soprattutto per le attività che sono rimaste operative e per quelle che da lunedì scorso hanno avuto il via libera per riaprire, oltretutto senza il benché minimo sostegno economico per affrontare gli oneri richiesti. Va bene stabilire misure per la sicurezza, ma queste ultime devono essere anche pratiche e fattibili. Ci stupisce soprattutto l’incongruenza del ragionamento del Governatore, che spinge sulla ripartenza altrimenti ‘ci sarà una crisi gravissima’, e poi mette paletti che frenano e danneggiano la piccola imprenditoria” concludono da Confcommercio Grosseto.