Prenderanno avvio in Toscana mercoledì prossimo 5 gennaio i saldi di fine stagione. Un’ottima occasione per fare shopping e rinnovare il proprio guardaroba.
Le aspettative dei commercianti grossetani sono alte, in considerazione all’andamento delle vendite delle ultime settimane.
“Nel periodo natalizio le vendite nei nostri negozi non sono andate come sperato – spiega Marialetizia Fanara, presidente Federmoda Confcommercio Grosseto – Una delle cause è sicuramente nell’incremento dei contagi, situazione che ha cancellato eventi, ridotto ai minimi termini la socialità e, di conseguenza, frenato gli acquisti in particolare dei capi di abbigliamento più eleganti, che in genere accompagnano le festività natalizie e il capodanno. Va detto anche che la gente oramai acquista quasi esclusivamente se attratta da sconti o vendite promozionali. Ci auguriamo quindi che questi saldi portino un nuovo impulso allo shopping. Noi negozianti di Grosseto siamo pronti, offrendo capi di qualità a prezzi veramente vantaggiosi”.
Anche i dati sembrano essere positivi, almeno secondo l’indagine Confcommercio svolta a livello regionale. Dai dati emerge che i toscani non rinunceranno ai saldi invernali spendendo qualcosa in più dello scorso anno, ovvero 119 euro a testa, contro i 115 del 2021.
“Chiaramente siamo ben sotto i livelli pre-pandemia – aggiungono dalla Confcommercio – basti pensare che nel gennaio 2020, l’ultimo senza Coronavirus, la spesa fu di 160 euro a testa”.
Altri numeri dell’indagine: sono quasi 993mila (il 60%) i nuclei familiari pronti ad acquistare a prezzi scontati, per un giro d’affari di oltre 271 milioni di euro da dividersi tra i 26.500 esercizi al dettaglio di abbigliamento, tessile, accessori, calzature e pelletterie della regione.
Tra i prodotti più richiesti, l’associazione indica i cosiddetti “capi versatili”, buoni per ogni occasione, come giacconi sportivi, sneakers e maglieria.
“Avremmo voluto che la data di inizio saldi fosse posticipata a fine gennaio – prosegue Fanara – ma sia la Regione Toscana che l’intera categoria hanno dovuto prendere atto della necessità di uniformarsi per evitare l’esodo per lo shopping. Partire con gli sconti dopo le regioni limitrofe non avrebbe fatto altro che toglierci un’altra fetta di mercato, a noi che già siamo penalizzati dalla concorrenza a dir poco aggressiva dei grandi portali on line”.
Confcommercio ricorda fine a negozianti e consumatori le principali regole per il corretto svolgimento delle vendite in saldo, aggiornate con le norme anticontagio.
- Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
- Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.
- Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
- Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
- Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita e la percentuale di sconto.
- Rispetto delle distanze:occorre mantenere la distanza di un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio.
- Disinfezione delle mani: obbligo di igienizzazione delle mani con soluzioni alcoliche prima di toccare i prodotti.
- Mascherine: obbligo di indossare la mascherina fuori dal negozio, in store ed anche in camerino durante la prova dei capi.
- Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.
- Numero massimo di clienti in negozio: obbligo di esposizione in vetrina di un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nei negozi contemporaneamente.