15 aprile, Giornata del Made in Italy: riflettiamo sul valore del “Sense of Italy”

Il15 aprile si celebra la Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita per onorare l’Italia delle eccellenze, di un Paese che costruisce il futuro tracciando nuove strade con ingegno e passione. Una data che non vuole solo ricordare la qualità dei nostri prodotti, ma anche sottolineare un’identità profonda, culturale.

In questo contesto, Confcommercio Grosseto rilancia una riflessione sul significato più autentico del Made in Italy, attraverso le parole del presidente Giulio Gennari e della direttrice Gabriella Orlando. “Come ha ben detto il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, il Made in Italy è anche uno stile di vita, un patrimonio collettivo che racconta territori, tradizioni e visioni – dicono Gennari e Orlando –  Da tempo parliamo di Sense of Italy, perché dietro ogni prodotto italiano c’è un sistema fatto di persone, competenze, territori e soprattutto una rete commerciale di prossimità che rende unica l’esperienza italiana. Le vetrine dei nostri centri storici, i mercati locali, il commercio itinerante sono elementi distintivi non solo per chi vive in Italia, ma anche per chi la visita. È qui che si crea il rapporto umano, la fiducia, la conoscenza: elementi che si traducono in un servizio attento, personalizzato, e in un valore economico e sociale”.

Ma oggi quel modello è minacciato, non solo secondo la Confcommercio. I dati sono oggettivi, e parlano chiaro: negli ultimi dieci anni, la densità commerciale in Italia – ovvero il numero di esercizi in rapporto alla popolazione – è crollata di oltre il 15%. La crisi demografica e la chiusura di migliaia di attività del terziario stanno svuotando i centri urbani italiani.
Una desertificazione che non è solo numerica, ma anche culturale – osservano con amarezza Gennari e Orlando – La perdita di negozi storici, l’omologazione delle vie commerciali, la difficoltà ad avviare nuove attività locali rendono molte città, pur con tanti esercizi ancora attivi, prive di identità, senza anima. Anche la nostra Grosseto è in serio rischio. Troppe saracinesche abbassate, troppe occasioni perse. È il segnale che serve un cambio di rotta”.

“Rivitalizzare i servizi di prossimità – concludono Gennari e Orlando – significa non solo tutelare la nostra storia e il nostro tessuto urbano, ma dare nuova linfa al Made in Italy. Valorizzare il Made in Italy non è solo comprare italiano, ma scegliere con consapevolezza dove acquistare. Il commercio di vicinato è un presidio di qualità, sicurezza e bellezza. È lì che vive il vero ‘senso dell’Italia’, un sesto senso che può guidarci verso un futuro più autentico, inclusivo e sostenibile”.

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