“Attacco al Potere”: dal grande schermo alla realtà

“Attacco al Potere” è una saga di film di azione di produzione statunitense che al momento ha prodotto tre pellicole con la quarta in uscita a breve. L’accostamento è forse un po’ azzardato, ma quello che si sta verificando sulla questione balneare e la forzata applicazione della direttiva Bolkestein a un settore – quello delle concessioni demaniali marittime – che con la Bolkestein non ha e non aveva niente a che vedere sin dall’inizio, ci rimanda inevitabilmente al titolo di questa quadrilogia in cui forze occulte tentano a tutti i costi di abbattere la culla della democrazia per antonomasia. Sulla questione balneare, infatti, ogni giorno che passa abbiamo sempre più l’impressione sia in corso un conflitto tra i diversi poteri dello Stato.

L’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato (peraltro incidentale e contenuto in una sentenza relativa a un ricorso del 2020) che boccia la proroga delle concessioni al 2024 contenuta nell’ultimo Milleproroghe non ci stupisce. E’ ovvio che il CdS in tutte le sentenze ancora pendenti sui diversi ‘ricorsi balneari’ promossi nel corso degli anni non possa contraddire e/o smentire la famosa sentenza 18/2021 assunta in seduta Plenaria. La sentenza di cui si sta discutendo in queste ultime ore non è altro che una ripetizione di quella. Sapevamo che sarebbe accaduto e che probabilmente accadrà ancora.

Ciò che meraviglia, invece, è come il Parlamento sia disponibile ad accettare una ingerenza così forte da parte della magistratura senza reagire sollevando in maniera formale la questione di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale. Condividiamo, sosteniamo e rilanciamo la domanda del presidente nazionale di Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione: “In Italia, chi legifera sulle concessioni demaniali? Il Parlamento o il Consiglio di Stato?”. Preoccupante, inoltre, come questa conflittualità tra poteri dello Stato sia del tutto assente dal dibattito mediatico locale e nazionale.

Ci stupisce pure come chi, nel variegato mondo politico e imprenditoriale, sia disposto ad accettare la distruzione del nostro sistema turistico balneare mediante una concorrenza selvaggia. Cosa, questa, che come Confcommercio non potremo mai accettare o condividere. Siamo piuttosto impegnati nel chiedere – da diversi mesi ormai – una nuova legge di riforma organica della materia che effettui un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti. A questo proposito, tenendo in considerazione anche l’ultima ‘puntata’ del Consiglio di Stato avverso l’iniziativa parlamentare del Milleproproghe, riteniamo che prima di mettere mano a qualsiasi cosa è necessario concludere la mappatura della risorsa spiagge. Perché come anche evidenziato nell’ultimo convegno organizzato in Senato con la collaborazione di Nomisma, stando ai dati del Sistema Informativo del Demanio la superficie delle concessioni demaniali marittime a fini turistico-ricreativi rappresenta solo lo 0,5% del totale delle concessioni rilasciate in Italia. Quindi: prima misuriamo effettivamente se la risorsa è scarsa, poi vediamo se e come agire. Tutto ciò fermo restando che qualsiasi azione si andrà a intraprendere non potrà per nessuna ragione prescindere dalla valorizzazione/monetizzazione non solo di tutti gli investimenti realizzati nel corso degli anni dagli attuali concessionari, ma anche di tutti quegli interventi di manutenzione straordinaria che gli stessi sono stati costretti a eseguire in conseguenza delle ripetute calamità naturali abbattutesi pure sulla Maremma.

Area sindacale Confcommercio Grosseto

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