Carburanti, vittoria Figisc-Confcommercio: il Tar boccia il cartello del prezzo medio

E’ stata pubblicata oggi la sentenza del Tar del Lazio sul ricorso presentato da Figisc-Confcommercio insieme ad altre sigle sindacali contro il Governo e il Decreto legge che disciplina l’obbligo di esposizione del prezzo medio nazionale/regionale dei carburanti. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha dato ragione a Figisc-Confcommercio e agli altri sottoscrittori del ricorso disponendo l’annullamento del Decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 31 marzo 2023 “Modalità dell’obbligo di comunicazione dei prezzi praticati dagli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione”.
Per il momento i titolari e i gestori degli impianti di distribuzione devono continuare a esporre il cartello. Nei prossimi giorni Figisc-Confcommercio fornirà maggiori informazioni sulle ricadute “operative” che questa sentenza comporta per il settore.

“Non poteva che andare così – commenta Andrea Fabbri, della segreteria territoriale di Figisc Confcommercio Grosseto – L’assurdità dell’esposizione di un ulteriore cartello era palese sin dall’inizio e Figisc-Confcommercio l’ha denunciata sin da quando iniziavano a girare in proposito le prime voci. Il cartello del prezzo medio non ha portato alcun beneficio agli automobilisti: nonostante la sua ‘invenzione’, questa estate abbiamo visto i prezzi dei carburanti salire in maniera costante. Rarissimi e molto brevi i tempi di flessione, di certo non determinati dal cartello, quanto dalle contrattazioni sui mercati internazionali e dalle crisi geopolitiche innescate dalle guerre in corso. Il cartello del prezzo medio ha solo ed esclusivamente complicato la vita a migliaia di lavoratori, titolari o gestori di impianti di distribuzione carburanti e alle loro famiglie. Ci auguriamo che la sentenza del Tar Lazio insegni qualcosa a chi è chiamato a prendere decisioni così importanti. Nei prossimi giorni Figisc-Confcommercio informerà i propri associati e l’opinione pubblica sui cambiamenti operativi che la sentenza odierna comporta”.

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