Ferma restando la condivisa posizione nazionale relativa alla richiesta di una soluzione vera per la ‘questione balneare’ attraverso una nuova legge che produca chiarezza e certezze, Sib-Confcommercio Grosseto prova a offrire all’opinione pubblica un contributo di conoscenza tecnica della materia allo scopo di avviare una sorta di ‘operazione verità’.
“E’ del tutto evidente che lo slittamento al 2024 del termine ultimo per le gare di affidamento delle concessioni balneari non è la soluzione del problema – esordisce Daniele Avvento, presidente Sib-Confcommercio Grosseto – E’ tuttavia una sorta di ‘bolla temporale’ utile per cercare (se lo si vuole) quella soluzione strutturale e definitiva che il Sindacato italiano dei balneari Confcommercio chiede da anni. Del resto non era immaginabile che tale soluzione potesse essere trovata nello spazio di qualche settimana. Ora resta da capire se c’è la volontà di risolvere la questione partendo da dati oggettivi e non da suggestioni o ideologie politiche”. Per Sib-Confcommercio Grosseto i dati oggettivi sono, ad esempio, i numeri emersi da una recentissima ricerca prodotta da Nomisma e presentata lo scorso venerdì al Senato della Repubblica: le concessioni demaniali in Italia, nel 2022, erano 26313 per una superficie complessiva di 10.868.324.363 metri quadrati. Di questa enorme superficie terrestre la parte occupata dalle imprese turistico-ricreative è pari a 53.896.412 metri quadrati, ovvero lo 0,5% del totale. “Questo è un dato ufficiale in possesso dal Governo perché è preso dal Sid, Sistema informativo del Demanio” aggiunge Avvento. “Di fronte alle 82 procedure aperte contro l’Italia dall’Unione Europea – conclude il presidente di Sib-Confcommercio Grosseto – ci si sta concentrando solo ed esclusivamente sullo 0,5% delle superfici demaniali italiane. Non si può non chiedersi il perché si punti il dito solo sui balneari e non su tutto il resto”.
“Se la gare sono ineludibili – commenta il direttore di Confcommercio Grosseto, Gabriella Orlando – non si potrà nemmeno evitare, nella scrittura degli eventuali futuri bandi, una valutazione ponderata e ben circostanziata dei valori economici in gioco. Da questo punto di vista, dunque, l’allungamento della scadenza delle attuali concessioni al 2024 è assai opportuna. Non ci sono, infatti, soltanto gli investimenti pluriennali di cui tenere conto – prosegue la Orlando – Ma è necessario siano quantificati, e dunque garantiti in fase di indennizzo, anche tutti quei periodici interventi di vera e propria ‘ricostruzione’ di quegli stabilimenti pesantemente danneggiati da calamità naturali, mareggiate e vento che sempre più spesso portano distruzione improvvisa. In Maremma conosciamo bene cosa la forza del mare può fare alle strutture costiere. Ricordiamo tutti i casi, anche recenti, di Follonica, Orbetello, Capalbio in cui il mare ha inghiottito interi tratti di costa portandosi via pezzi di strutture balneari con tutte le loro attrezzature. Lo sforzo, assai gravoso, di chi ha dovuto lavorare in fretta per ripristinare gli edifici e reperire nuovi strumenti di lavoro al fine di restituire servizi altrimenti compromessi non può essere sottaciuto. Al contrario, il suo congruo indennizzo dovrà trovare uno spazio chiaro ed evidente nei percorsi che dovessero portare alla indizione delle gare pubbliche per la riassegnazione delle concessioni”.