154 negozi in meno nell’arco degli ultimi dieci anni: una città dalle vetrine sempre più spente e soprattutto, un lento ma progressivo – e dunque drammatico – abbandono del centro storico da parte del commercio tradizionale. Questa è la fotografia di Grosseto che emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.
L’ottava edizione dell’Osservatorio arriva in una fase che ha visto superare il picco della crisi dovuta alla pandemia e alla stagnazione dei consumi, ma che si confronta oggi con nuove emergenze derivanti dal caro energia, da una elevata inflazione e dal protrarsi della guerra in Ucraina.
Per quanto concerne il comune di Grosseto, dall’analisi emerge una contrazione del 15% delle imprese del settore “commercio al dettaglio”.
Il dato certamente più allarmante riguarda il centro storico, dove le attività sono quasi dimezzate: nel 2012 erano 123, nel 2019 ammontavano ad 81 ed oggi “solo” 77.
Diminuiscono anche le attività commerciali fuori dal centro (- 108 unità nell’arco dell’ultimo decennio) anche se la situazione è pressoché stabile negli ultimi anni (-3 unità dal 2019 al 2022).
Altri numeri emblematici che fotografano il forte rischio desertificazione commerciale del centro storico di Grosseto arrivano anche dal settore pubblici esercizi: anche il numero dei bar e dei ristoranti nel capoluogo maremmano ha subito un’evidente contrazione, passando da 68 attività nel 2012 a 57 a giugno 2022.
“Per quanto riguarda Grosseto, la consistente chiusura dei negozi di vicinato è indubbiamente riconducibile alla sproporzionata presenza di centri commerciali e grande distribuzione – osserva Giulio Gennari, presidente Confcommercio Grosseto – che si sono insediati, oltretutto in un mercato già saturo, alle porte della città. E’ ben nota la nostra posizione alle istituzioni e ai cittadini, sono anni che la nostra Associazione lotta contro l’espansione dei centri commerciali già presenti e che chiede con forza una progettazione urbanistica, anche in vista della stesura del piano operativo, che non sia focalizzata sui nuovi insediamenti periferici. A questa situazione si aggiungono i cambiamenti nelle preferenze e nelle abitudini di acquisto e consumo, lo sviluppo del commercio on-line e altri fattori che stanno cambiando volto alle nostre città e ai centri storici in particolare.
Riprendendo le parole del nostro presidente Sangalli, la desertificazione commerciale non riguarda solo le imprese, ma la società nel suo complesso, perché significa minori servizi, sicurezza e vivibilità. Crediamo fondamentale accelerare la rigenerazione urbana con un utilizzo più ampio e selettivo dei fondi europei del PNRR e il coinvolgimento delle parti sociali, al fine di riqualificare centri storici e quartieri”.
Il presidente Confcommercio Grosseto, in conclusione, si rivolge ai cittadini: “I numeri dell’indagine purtroppo parlano chiaro. Abbiamo vissuto anni terribili – conclude Gennari – ma è il momento di cambiare passo; in questa ottica ognuno di noi può contribuire a sostenere e rinvigorire l’economia locale semplicemente scegliendo di acquistare nei negozi di vicinato”.